Coronavirus, chi ha diritto ai buoni pasto e come funzionano. Ecco come saranno divisi i 400 milioni stanziati dal Governo per aiutare le famiglie italiane.
ROMA – Coronavirus, chi ha diritto ai buoni pasto e come funzionano. Per aiutare le famiglie italiane in difficoltà il Governo ha stanziato una somma di 400 milioni di euro oltre ai 4,3 miliardi dati a ogni Comune. Soldi che consentiranno a molti nostri connazionali di poter acquistare beni di prima necessità almeno fino al termine di questa emergenza.
Chi ha diritto ai buoni pasto e come funzionano
Si tratta di buoni pasto che variano da 25 a 50 euro validi fino al 15 aprile 2020, quando dovrebbe iniziare l’erogazione dei 600 euro per le fasce deboli previsti dal Cura Italia. Andiamo a vedere nei dettagli come funziona questa misura e chi ha diritto a questi fondi.
Scarica QUI il testo del Decreto Cura Italia per conoscere le norme a sostegno delle famiglie e delle imprese.
La divisione dei fondi
La divisione dei fondi avverrà in base agli abitanti degli 8mila Comuni. Il sindaco Decaro ha annunciato anche un algoritmo per utilizzare i 400 milioni aggiuntivi dove c’è più bisogno.
Come funzionano i buoni spesa
Le regole sul funzionamento di questi buoni spesa non sono chiari. Il criterio dovrebbe essere di buoni spesa che vanno dai 25 ai 50 euro per nucleo familiare. Un assegno valido fino al 15 aprile, quando dovrebbe iniziare l’erogazione dei 600 euro.
Come richiederli
Nei prossimi giorni ogni Comune dovrà attivare un numero da chiamare per avere tutte le informazioni su come presentare la domanda. In attesa di questo servizio ad hoc, è attivo il numero solito del Comune per chiedere di ottenere immediata assistenza.
Come spendere i buoni spesa
I buoni spesa non possono essere spesi in tutti i supermercati. Ogni Comune dovrà rendere nota la lista delle strutture che hanno aderito a questa convenzione.
La bozza dell’ordinanza della Protezione Civile
Secondo quanto previsto dalla bozza dell’ordinanza della Protezione Civile, citata da Fanpage, i buoni spesa da 300 euro una tantum per ogni nucleo familiare bisognoso sulla base dei criteri stabiliti da ogni singolo Comune.